martedì 6 luglio 2010

Tributo a Jackson Pollock

Dall’Assoluto pensabile della razionalità occidentale, all’Assoluto autodistruttivo del Neoromanticismo. Dalla prima Relatività di Einstein, alla teorica del Big Bang. Antinomie e continuità. Questo è Pollock e come diceva Paul Klee “a tentare l’impresa di rendere visibile ciò che non lo è”.


La mente più grande e disperata della pittura contemporanea ha sciolto i contatti con il mondo, con le sue regole ottiche e con la sua cultura.

Il confine oltre il quale si apre la libertà, non è più attraversabile con gli strumenti dell’arte.

(Fabio Caroli)

La mia pittura parte dalla lezione di J. Pollock. Tributare una mostra a lui in un bar galleria “Universo” a Panzano, quartiere cantieristico di Monfalcone, non è una provocazione come potrebbe sembrare, ma un luogo ideale tra centinaia di operai extracomunitari e non, depositari di una cultura mai ufficialmente riconosciuta quale risulta essere quella della fatica dell’apprendimento dei mestieri e più in generale del lavoro stesso.

In un luogo come questo il messaggio pittorico “passa” anche in assenza di capacità culturali idonee alla decodificazione del segno, dell’utilizzo della materia adoperata, della tecnica adottata e di tutti quegli elementi cari agli affabulatori che ti illustrano la tua arte senza fartela capire.



Sergio Davanzo

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