
Tracce. Sull’asfalto innevato e sporco. O su una polverosa strada di campagna. Tracce. Di pneumatici o di pensieri, che lasciano una lunga, decisa, scia centrale, più scura. É ancora tutto grigio. Un grigio che ai lati si fa sfumato e triste ed è metafora del passaggio, monotono, sempre uguale, della prosaicità del viaggio, del percorso. É un andare che non ha paesaggio, è fondo senza sfondo. Osservate da una serie regolare di piccoli punti rossi, che, scanzonati, le stanno a guardare, gocce ancora grigie ed annacquate fungono da elemento di stacco. Con un movimento trasversale, irregolare, scivolando avvolgono e disturbano questo eterno flusso senza direzione e senza verso. Senza origine né meta. Ma il loro interferire è vano: andare è troppo importante.
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